Un ragazzo francese

Ho perso la testa per un ragazzino questa volta.
Il ragazzino è un armadio a muro però.
Sta diventando un’abitudine ormai, comme d’habitude.

Ha le braccia piombate e una forza nelle stesse, non comune,
ma familiare ad un buon tagliatore di boschi.
È un ex rugbista infatti, ha gli occhi verdi
e la barba di un rosseggiante calar del sole.

Ho incrociato più volte il suo cuore
ed è così proprio come lo dipingono parenti ed amici.
Non immaginavo ci fosse un cuore così maturo alla sua età
e un animo più grande delle sue stesse spalle, lassù tra le montangne ardennesi.

Già lo so che mi potrei innamorare di lui,
forse sono già innamorata di lui.
Cosa importa se ha vent’anni e nelle pieghe della mano,
linee forti di un ragazzo che come mestiere ha scelto il pompiere.
E la sorte che me lo fatto conoscere,
ha voluto provenisse da una città a me carissima, Charleville-Mézières.

L’ho amato e l’ho salutato dopo la breve ed intensa avventura d’Oltralpe
e ma più scorderò
i suoi occhi verdi,
la sua fermezza,
i suoi 20 anni,
la sua bontà.

Quasi mi imbarazzavano i suoi occhi verdi-bontà
“però stai bene dove stai”
.

(Reims, Francia, marzo 2008)
*riadattamento del brano “Pezzi di vetro” – F. De Gregori

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