Total Black-out
Da Damasco dove scrivo,
sono in Siria dove lavoro, sento, spero e vivo.
Il respiro è corto. Siamo in corto-circuito.
Non c’è luce questa sera nel quartiere.
Siamo Out. Anzi, è total Black-Out.
Luce alogena. Fumi alogeni. Allucinogeni.
La lampada a incandescenza.
La mia testa in escandescenza.
Fuori è uno Stato in guerra.
Dentro, ogni transazione è out.
Embargo imposto al Paese da fuori per dentro.
Blocchi imposti dal Paese per chi è dentro e vuole andare fuori.
<<Fuori e dentro>> <<Dentro / fuori>>
No pagamenti online. No Spotify.
No apps, No cards, No pos, bye- bye!
Nessun prelievo se non hai un conto locale.
Pagamenti con contanti allora sempre e ovunque,
con-tanti vaffa sempre e comunque.
Non ho un conto, ho i soldi contati
E non conto più nemmeno le perdite dei miei cambi nel conto.
<<Meglio fuori o dentro?>>
Lunghissime procedure per ottenere le autorizzazioni.
Nessun visto, nessun movimento libero sul campo.
Chiamo e non c’è campo… Non c’è scampo!
Ho chiesto di poter votare per corrispondenza.
Mi dicono: no, nessun voto, pazienza!
Cabine chiuse, ambasciate chiuse, sportelli chiusi.
Nessuna pretesa al “Governo”.
Per lo Procura questo è uno “Stato senza intesa” …
Attesa.
Per la prossima uscita, verso altre luci, verso casa.
(Damasco, Siria, gennaio 2018)