Rigurgiti

Mi perdo tra le sfumature della mia sigaretta.
L’ultimo piacere che continua a darmi retta.
Stretta in un bagnetto del liceo
2 metri per 2 metri si aspetta
il suono della campanella
che chiude le porte della scuola alle mie spalle.
Poi scarto subito una caramella
(se no chi li sente quelli?).

Ma un forte rigurgito si avvalla
in gola. Era il pomeriggio
e il sostenere una nuova prova:
ricominciare da capo,
con il pensiero fisso di far bene il giorno dopo,
diventava il mio peggior scopo.

I buoni propositi rimanevano buoni.
La coscienza apposto per aver studiato per il domani
ma mai abbastanza per una reale conoscenza ambiziosa.
“È una cosa vergognosa”
era tutto ciò che si evinceva da quei giri di frase.

Un martello pneumatico in fase
d’accelerazione,
i miei, pronti all’azione.
Non una parola di garbo o di cortesia,
non facevano altro che persistere nella monotona ripetizione.

Forse non sono più un elemento da prendere in considerazione?
Non un elemento allora, un numero di matricola universitario
dopo qualche anno m’avrebbe dato di sicuro più soddisfazione.

Forse farei prima a farmene una ragione
e giungere presto ad una facile conclusione.
Sono forse la pessima imitazione di qualcun’altro/a?
(perdonami amica, ti odiavo, ma non era mia intenzione).

Ma non riesco a dare il meglio
e vedevo il mio obiettivo lontano un miglio,
nascosta nel nascondiglio del mio ripostiglio
“posso solo scorgerlo attraverso un sottile spiraglio”.
Grazie Carmen, grazie come sempre per il consiglio
e per l’abbaglio poetico che mi ispira.

(San Vito dei Normanni, BR, luglio 2003)
*quote tratta dal brano “Venti del Nord” – C.Consoli

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