Quaggiù all’inferno, la gente

In effetti sembra notte fonda.
In effetti tra un girone e un altro
la gente non guarda, vede al massimo;
la gente “comique” et “laide”;
la gente è pazza;
la gente ipocrita;
la gente egoista, egoista;
la gente bastarda;
la gente s’isola;
la gente asseconda e sorride;
la gente stupida ammutolisce;
la gente, minchia, mince!
la gente fraintende volutamente;
la gente sorda, implacabile;
la gente non sente;
la gentenon restituisce, aggredisce;
la gente irriverente;
la gente annuisce, non affronta;
la gente-è-sciupata;
la gente amante, padrona;
la gente seduce, giudice, “duce”;
la gente non luce, eclisse;
la gente perpetua;
la gente recidiva;
la gente non sono io, non mi appartiene e mi sta bene.
La gente non è né P. né C.
La gente non sente con le orecchie;
non guarda con gli occhi, vede al massimo.
Ed io “dolce, intensa e brutale”
e insazziabile “maudite”.
Quaggiù all’inferno si cambia rotta più spesso.

(Lecce, ottobre 2006)

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