Credo in un’altra Rivoluzione
Non monto un’Idea che sia fine a se stessa.
La Ideologia, da secoli, serve ai fanatici per legittimare la loro personalità indotta e fiacca,
ed asservisce ottusi prigionieri di stereotipi imposti o auto-imposti:
limitati conservatori; nostalgici; millantatori e superstiziosi d’ogni natura.
No, io guardo alla mia Idea come la pianticella il suo sole,
e traendone beneficio, ne realizzo concreto e coerente risultato.
Così il materialismo oggettivo,
rende biologicamente fertile l’orticello
dove andrò a seminare e a coltivare
con il supporto della Idea.
Non coltiverò quindi cieca Idea.
Già in quanta parte della storia, la Ideologia ha visto
soccombere sciami di popolazioni;
annichilire categorie di rivali
e faziosamente favorire, a turno, questo e poi quell’altro eminente personaggio
che dietro un colore, una bolla, un martello, un mantello
si è fatto più furbo e più scaltro,
tra i furbi e gli scaltri.
Credo in un’altra Rivoluzione.
In tempi liberi ed in libero pensiero ed arbitrio,
il mio ammonimento e il mio grido si fanno più forti:
Ci si impegni dunque costantemente, quotidianamente,
così che la collettività tutta possa arricchirsi di singole unità.
Ci si armi della sola consapevolezza del sé,
nell’armonia della Reciprocità e della Partecipazione di tutti.
Non una collettività assistenziale o assistita,
ma una collettività Avvalorata.
Questa è allora la mia Idea.
(Forlì, Febbraio 2009)