Autoritratto

Tratteggia ritratti evanescenti
a volte anche sinistri,
questa fanciulla impertinente.

Un’insolente che impiastra le mani
in scarabocchi veraci,
voraci, famelici, caotici.
E assume la posizione che le è più congeniale.

Presa da sé e dal suo cerchio,
si diverte a profanare e a profonarsi.

Perversa è la sua indole,
diabolici i mezzi: i suoi versi.

Anomala è la natura di una ritrattista militante,
che non milita in esercito, ma esercita il dubbio.

[l’aenigma]

(Lecce, aprile 2005)

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