Antica delizia

Antica delizia
perché stai cambiando pelle?
L’hai cambiata tante volte, quella che amavamo un tempo.
Quella che profumava di rose e di marsiglia.
Quella che hai allontanato dalla persona che sei ora.

Più dura col tuo mondo.
Consapevole.

Eppure ancora acerba, sorda,
ti ritrovo dopo mesi.

Mi estraneano le tue parole.
Non mi divertono più le tue insinuazioni sulle promesse bugiarde.
Non accetto più gli insulti,
insicura prepotente.

Che spazio dai al “noi”?
Che ragione d’esistere dai ad un “noi” sempre cangiante?
È azzoppato, claudicante.

Se provi a disconoscerlo
lascia allora che quel “noi” offeso
riposi in pace davvero, questa volta.

Non riprenderlo per poi offenderlo ancora.
Sarebbe esamine e non sentirebbe.

Ma se esiste ancora un “noi”
dagli speranza, dagli fiducia, non atterrirlo.
Non dargli fretta.

È un noi di donne adulte ormai
che hanno deciso
di cambiare consapevolmente
di proseguire per la propria direzione,
che non implica necessariamente
la dissolvenza del “noi”.

Il mio ricordo è legato al tuo ricordo.
Non muore se non voglio che muoia.
Voglio ricordare.
Io voglio avere un ricordo.

Antica delizia,
a te dedico I miei fiori del male, il bacio della nostra mestizia
e i versi di Arthur mio adorato:

“E questo veleno
e questo bacio mille volte maledetto.
La mia debolezza.
La crudeltà del mondo”

Antica delizia, troppo amore, ti ho voluto.
Ché lo sai, Volere è Potere.
È volerti bene.
È poterti augurare Buon Compleanno!

(Lecce, novembre 2006)
*Quote tratta dal brano “Nuit de l’enfer” (Notte dell’inferno) – Arthur Rimbaud

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