Ad un amico
Bicchieri svuotati
su di un tavolo di legno.
Discorsi metaforici
interpretati nel tenue
stato d’ebbrezza.
La capacità mnemonica
del giovane barbuto racconta-storie.
Sorridono gli occhi azzurri
di pura semplicità e di una sottile malizia.
La sua sinistra afferra ancora l’amato whisky
e la mente, una promessa
che sa di non poter mantenere.
Quel percorso improbabile
consigliato da un fegato in affanno
e mai davvero intrapreso da un buon cuore d’artista.
Ti voglio bene!
(Trepuzzi, Lecce, 2005)