Mi dicevano

Mi dicevano


Mi dicevano Mi dicevano: “A giugno potrai cominciare a correre”. Aggiungevano anche: “Non ora, non partire, meglio aspettare”. E oggi invece, fine aprile, i miei primissimi 10 minuti di corsa in Viale della Libertà, appunto. (Zona 167, periferia del mio paese).

Aspetta! Voce del verbo riflessivo: acquietarsi. Forse. Riflessione che non riflette i miei spazi, che non tratta con i miei tempi. Un imperativo che impone un tempo e non lascia scampo. Raccomandazione impositiva che rimanda ad un tempo verbale che richiede intervalli di tempo e condizioni non compromissori. Esortazione generalmente accompagnata da un tono rassicurante, simile ad un altro paternalistico richiamo: Riprovaci dopo, dai.

E così la vita ti fugge via, assieme ai ricordi e ai pensieri.

Non puoi chiedere al vento di placarsi. All’acqua di contenersi. Ai sogni di ridimensionarsi. Non chiedermi allora di fermarmi. Perché non posso farlo, non so farlo. Ora! è l’unico avverbio di tempo in cui mi riconosco. Ora è tempo di andare e di oltrepassare il Viale della Libertà.

Da un messaggio di testo scritto ad un amico:

My dear friend, here I am, today my first little / small / tiny run after almost 1 year here on the notes of a song you once passed me: Baghdad Choby. I put the glasses because i needed to cry, to move on, and now #CatchMeIfYouCan Mi dicevano Mi dicevano: “A giugno potrai cominciare a correre”. Aggiungevano anche: “Non ora, non partire, meglio aspettare”. E oggi invece, fine aprile, i miei primissimi 10 minuti di corsa in Viale della Libertà, appunto. (Zona 167, periferia del mio paese).

Aspetta! Voce del verbo riflessivo: acquietarsi. Forse. Riflessione che non riflette i miei spazi, che non tratta con i miei tempi. Un imperativo che impone un tempo e non lascia scampo. Raccomandazione impositiva che rimanda ad un tempo verbale che richiede intervalli di tempo e condizioni non compromissori. Esortazione generalmente accompagnata da un tono rassicurante, simile ad un altro paternalistico richiamo: Riprovaci dopo, dai.

E così la vita ti fugge via, assieme ai ricordi e ai pensieri.

Non puoi chiedere al vento di placarsi. All’acqua di contenersi. Ai sogni di ridimensionarsi. Non chiedermi allora di fermarmi. Perché non posso farlo, non so farlo. Ora! è l’unico avverbio di tempo in cui mi riconosco. Ora è tempo di andare e di oltrepassare il Viale della Libertà.

Da un messaggio di testo scritto ad un amico:

My dear friend, here I am, today my first little / small / tiny run after almost 1 year here on the notes of a song you once passed me: Baghdad Choby. I put the glasses because i needed to cry, to move on, and now #CatchMeIfYouCan

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