
Invettiva
- Vincenza Lofino
- Poesie età della pietra
- 2 agosto 2006
Preoccupante anomalia: il frutto è marcio, ed è frutto di frutti marci, cresciuti fiacchi su alberi da radici ormai secche. Seme contaminato, fiaccato, ingnorante e ignorato, addottrinato, appassito, subìto, cresciuto sin da subito al passivo. Il Passivo che non è attivo, che è solo altamente nocivo. Eppure è vivo, E prospera in famiglia. Dite: io sono stato educato alla forma passiva! “Interesse verso la persona o l’oggetto che subisce l’azione piuttosto che verso la persona o l’oggetto che compie l’azione” dice la definizione grammaticale. Vittimismo culturale.
Rispetto invece per la forma attiva verbale, per il pensiero individuale, l’emancipazione del pensiero critico, quello circonstanziale, puntuale, particolare e originale.
Prima condannate i mali del mondo, poi siete fautori involontari dei mali del mondo. Maldicenti con la vostra stessa bocca! Solo mal coscienza e falso moralismo s’esprimono dal vostro becco.
E non gridate per alzare la voce e farvi sentire: le vostre sono pietà asciutte e compassione di un centauro che per metà intenerisce con il buon senso e l’audace ardire e con l’altra metà rincoglionisce brandendo in mano il rosario.
Sento ancora parlare di nazione (!) l’esistenza di razze (!!) da quel vocione, e pur vi sfugge la nozione! Sbaglio o siete rimasti parecchio indietro? Forse siete stati trascinati di culo qui dai venti, sbalzati tra le epoche, a spasso coi tempi.
E ancora non vi vergognate degli argomenti?
Interloquite, blaterate, e vi credete santi manifestate una tal rozza e palese ignoranza che s’io fossi in voi, cautamente, nasconderei. …che poi tra le comunità, perdonate l’insolenza, bassi e tozzi, altro che per i pigmenti, semmai io vi vedrei più simili ai pigmei.
(San Vito dei Normanni, agosto 2006)