Che poi

Che poi


Che poi tutto non cambia davvero mai. L’ineluttabilità degli eventi, la storia che si ripete, le cose, le medesime, le persone, sempre le stesse. Le mentalità, lamento le menti. La voglia di cambiare, di migliorarsi ma alla fine le colpe sono recidive.

Si deve recuperare! Ma si può recuperare l’intelligenza? La personale impotenza? Al limite della pazienza. La continua debolezza. Il mio desiderio di voler vedere con chiarezza anche se poi alla fine ai chiaroscuri sfumati sono avvezza, il fantasma della tristezza, la carezza e la carenza, la paura di non essere all’altezza. Qualche gesto di benevolenza. Il dubbio e l’insicurezza, vedo costanti manie di grandezza e poco coraggio nel sottoporsi ad attenti esami di coscienza. Tutti che hanno a posto la coscienza e vedono sempre le cose alla stessa ampiezza ma mai nella loro reale sostanza. A me invece basta il soffio della stessa brezza e una buona dose di consapevolezza.

(San Vito dei Normanni, BR, V Liceo, novembre 2002)

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