AttraversaMenti

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Attraversare strade, selve, rapporti, fasi. Percorrere le zone grigie della mente, inceppare nelle zone incerte, tra le zolle, le faglie aperte, quelle poco esperte.

AttraversaMenti.

Attraversare il mare, con i suoi vortici, Ovvero attraversare le inquietudini più oscure dentro un oceano di sale.

Attraversare i conflitti, quelli intrisechi dell’anima, risucchiati nei sui abissi che sanno d’acqua salmastra pure loro, e aspirano, non lasciano scampo; inghiottono tra i loro flussi di cloro.

Ci sono venti-mila leghe ancora da attraversare sotto i mari. E sopra, venti secchi e gelidi di maestrale. Raffiche da nord-ovest per nulla benevoli, anzi polari.

Attraversare ponti, distese, incroci, strisce pedonali…

Attraversare senza un nocchiere, non v’è alcuna guida al passaggio. Attraverso senza indugi, conscia del rischio del navigare senza un mozzo e senza un’àncora di salvataggio.

Quante percorsi ancora da attraversare! Quanti chilometri e quanti continenti, quanti attraversamenti da compiere attraverso il verso di un’indicazione, …e ancora chiedersi: sì, ma quale scelta e quale direzione?

Già ti immagino, spavaldo, arrivare. Sono certa che verrai a mostrarmi il tuo GPS saltellitare, perché il mio –l’hai visto – ha quasi smesso di funzionare.

Ti ringrazio ma preferisco perdermi, poi ritrovarmi. Comunque vada, da sola voglio attraversare.

E non raccontarmi più la favola del tuo braccio provvidenziale, l’assistenza e la necessità del tuo airbag frontale. Già prima di te, tutti i miei dedali ho già attraversato, molte vite fa.

Ora me ne aspetta un altro personale da oltre-passare Uno più consapevole, più maturo. Senza bussole, né briciole di Pollicino sul percorso – questo è il mio augurio. Piuttosto l’ausilio di un cuore più convinto, e un passo più deciso e più sicuro.

(Lecce, luglio 2020) Attraversare strade, selve, rapporti, fasi. Percorrere le zone grigie della mente, inceppare nelle zone incerte, tra le zolle, le faglie aperte, quelle poco esperte.

AttraversaMenti.

Attraversare il mare, con i suoi vortici, Ovvero attraversare le inquietudini più oscure dentro un oceano di sale.

Attraversare i conflitti, quelli intrisechi dell’anima, risucchiati nei sui abissi che sanno d’acqua salmastra pure loro, e aspirano, non lasciano scampo; inghiottono tra i loro flussi di cloro.

Ci sono venti-mila leghe ancora da attraversare sotto i mari. E sopra, venti secchi e gelidi di maestrale. Raffiche da nord-ovest per nulla benevoli, anzi polari.

Attraversare ponti, distese, incroci, strisce pedonali…

Attraversare senza un nocchiere, non v’è alcuna guida al passaggio. Attraverso senza indugi, conscia del rischio del navigare senza un mozzo e senza un’àncora di salvataggio.

Quante percorsi ancora da attraversare! Quanti chilometri e quanti continenti, quanti attraversamenti da compiere attraverso il verso di un’indicazione, …e ancora chiedersi: sì, ma quale scelta e quale direzione?

Già ti immagino, spavaldo, arrivare. Sono certa che verrai a mostrarmi il tuo GPS saltellitare, perché il mio –l’hai visto – ha quasi smesso di funzionare.

Ti ringrazio ma preferisco perdermi, poi ritrovarmi. Comunque vada, da sola voglio attraversare.

E non raccontarmi più la favola del tuo braccio provvidenziale, l’assistenza e la necessità del tuo airbag frontale. Già prima di te, tutti i miei dedali ho già attraversato, molte vite fa.

Ora me ne aspetta un altro personale da oltre-passare Uno più consapevole, più maturo. Senza bussole, né briciole di Pollicino sul percorso – questo è il mio augurio. Piuttosto l’ausilio di un cuore più convinto, e un passo più deciso e più sicuro.

(Lecce, luglio 2020)

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