Versi ambigui

Versi ambigui


Se un giorno potessi scrivere per te una poesia l’intitolerei: Versi ambigui.

Come ambigue le tue parole; le tue iniziative; i tuoi propositi; i tuoi mezzi sorrisi; le mezze gioie e i mezzi dolori. Come ambigua è tutta la nostra faccenda.

Gli abbracci ardenti; gli abbracci di supplica e le braccia alte per gli insulti e gli schiaffi.

Se un giorno avessi saputo di scrivere per te, perché no, avrei intitolato la poesia: Versi per una serpe!

Come le cattiverie, l’invidia che covi nelle tue uova prima di stritorarle.

Bruti sentimenti dietro le tue carezze. Muta la camicia lo scorpione che segna il tuo cielo grigio di novembre. Volta la faccia, cambia l’espressione. Per questo, penso proprio che intitolerei la tua poesia: Luna bugiarda!

Illumina perché illuminata; bacia e poi rinfaccia; spia e poi sputa.

Lontano chilometri è il tuo astro dalla mia luna ebbra. Capovolti e inconciliabili gli emisferi di entrambi i nostri astri.

Serate indimenticabili sotto il nostro chiaro di luna, un tempo; bagnate tuttavia, da lunghi pianti di sventurate vittime del presagio della loro stessa luna.

(Lecce, gennaio 2007)

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