Luna foscoliana

Luna foscoliana


Forse perché della volubilità tu sei l’imago, a me sospirata, eppur sì cara appari, oh Luna!

Per questo dono non ho scelto alcun dì di festa. Con questo dono non sto comprando il riscatto di vecchie parole ingiuriose e fraintese, né quel rimorso di cui mi parlavi.

E quando le nubi primaverili e zeffiri di maggio corteggian lietamente un pensiero; e quando, invece, dal nevoso aere, inquiete tue tenebrose metereopatie; e lunghi e disperati giorni e taciturne ore in casa nostra meni, sempre ti invoco e scongiuro.

Poi maledico presagi che ti fanno ora crescente, ora calante. E le secrete vie della mia mente contorta e naïve, ti presento.

E dacché vagar mi fai col mio tormento, rinasce dal mio strumento quel gran pensiero sconcio concepito proprio qui, dove tutto mi era già stato rivelato due anni prima: sulla mia tavolozza dei vizi; il mio giardino degli ulivi; la mia siepe e il mio infinito, dove sacro e profano si mescolano.

(Lecce, giugno 2008)

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