L umilta non attribuitemi

L umilta non attribuitemi


Vi affido al mio delirio. E con questa presentazione ho dato vita ad un libro. Chiunque abbia avuto il sospetto oppure abbia minimamente ipotizzato, o osservato se attribuirmi o meno l’idea dell’umiltà si è sbagliato, e non di poco. L’umiltà, vi prego, non attribuitemi.

Forse per un tempo, piccolo, remoto Ne scorreva in vena, abbondando copiosamente. Ora è carente, gemente, zampillante. L’umiltà è una condizione di vita di purezza; una necessità che viene a trovarmi solo quando ho voglia di spogliarmi e di vedere il mondo con povertà.

Dacché questo mondo seppur senza pretese, né offese, e seppur per breve parte della mia esistenza, ho visto andare in un (in)certo qual modo, mi tengo la disillussione e il disincanto e lascio volentieri ai fanciulli altre virtù.

(Lecce, maggio 2007)

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