Credo in un altra Rivoluzione

Credo in un altra Rivoluzione


Non monto un’Idea che sia fine a se stessa.

La Ideologia, da secoli, serve ai fanatici per legittimare la loro personalità indotta e fiacca, ed asservisce ottusi prigionieri di stereotipi imposti o auto-imposti: limitati conservatori; nostalgici; millantatori e superstiziosi d’ogni natura.

No, io guardo alla mia Idea come la pianticella il suo sole, e traendone beneficio, ne realizzo concreto e coerente risultato.

Così il materialismo oggettivo, rende biologicamente fertile l’orticello dove andrò a seminare e a coltivare con il supporto della Idea.

Non coltiverò quindi cieca Idea.

Già in quanta parte della storia, la Ideologia ha visto soccombere sciami di popolazioni; annichilire categorie di rivali e faziosamente favorire, a turno, questo e poi quell’altro eminente personaggio che dietro un colore, una bolla, un martello, un mantello si è fatto più furbo e più scaltro, tra i furbi e gli scaltri.

Credo in un’altra Rivoluzione.

In tempi liberi ed in libero pensiero ed arbitrio, il mio ammonimento e il mio grido si fanno più forti: Ci si impegni dunque costantemente, quotidianamente, così che la collettività tutta possa arricchirsi di singole unità.

Ci si armi della sola consapevolezza del sé, nell’armonia della Reciprocità e della Partecipazione di tutti.

Non una collettività assistenziale o assistita, ma una collettività Avvalorata.

Questa è allora la mia Idea.

(Forlì, Febbraio 2009)

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